Al via la VII edizione di Open Italy
Il programma di ELIS dedicato all’innovazione rappresenta oggi un ecosistema che unisce 480 start-up e 58 grandi aziende
Puntare sull’innovazione con la capacità di calcolarne l’impatto sociale su persone e territori. Questo il tema al centro della VII edizione del Programma Open Italy, promosso da ELIS Innovation Hub e lanciato ufficialmente al MAXXI di Roma, alla presenza di 80 aziende e oltre 300 tra start-up, centri di ricerca ed esperti d’innovazione.
Tra gli ospiti intervenuti, il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in una due giorni che ha visto protagonisti anche i giovani impegnati nei percorsi di formazione e inserimento professionale portati avanti dal Programma in ambito open innovation. “ELIS comincia a Casal Bruciato e io so perfettamente cosa significa andare in periferia e creare rigenerazione e possibilità di ingresso nel mondo del lavoro – ha sottolineato il Ministro – Partendo dalle periferie urbane si arriva a quelle del mondo. Si costruisce un sistema di relazioni che culmina nella grande opportunità di accompagnare i giovani e le aziende nel mondo del futuro”.
Presenti all’inaugurazione di Open Italy 2023 anche i vertici di grandi aziende italiane: Luigi Ferraris di Ferrovie dello Stato, Roberto Tomasi di Autostrade per l’Italia e Fabio Sbianchi, che nella propria esperienza professionale ha conosciuto da vicino sia il mondo delle imprese che delle giovani start-up. Il Presidente del MAXXI, Alessandro Giuli, ha sottolineato nel proprio intervento: “ELIS rappresenta l’inveramento della costituzione italiana, che non soltanto è fondata sul lavoro, ma prevede e prescrive in modo lungimirante una funzione sociale nell’impresa. Relazioni e progettualità diventano veramente vincenti soltanto se tutto ciò che è successo personale diventa sociale”.
Un modello per studiare l’impatto dei progetti
Tra le novità presentate nella due-giorni di Open Italy, il modello di calcolo dell’impatto sociale dei progetti d’innovazione promossi dal Programma. L’attenzione sempre maggiore degli investitori sugli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, impone la sfida di tradurre in algoritmi il più possibile certi le ricadute dei progetti d’innovazione su persone e territori. Questione tanto più centrale in una fase storica che vede le aziende impegnate in complessi processi di trasformazione digitale e transizione ecologica. Accanto a loro, start-up e centri di ricerca, ugualmente chiamati a pensare idee innovative con un occhio sempre più attento al loro impatto sociale.
“Non ci bastava affrontare l’argomento a parole – ha sottolineato Luciano De Propris, Responsabile del Programma Open Italy – E così ci siamo presentati all’appuntamento di quest’anno con un nuovo modello di calcolo, che ci permette di dimostrare che ogni euro investito nei nostri programmi d’innovazione restituisce un valore di tre euro in termini d’impatto sociale”.
Realizzato insieme a Open Impact, spin-off dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, la costruzione del nuovo modello ha coinvolto 1.500 soggetti tra aziende, start-up e centri di ricerca, e ha calcolato l’impatto sociale dei progetti realizzati in riferimento agli SDGs dell’Agenda Onu 2030, ai 12 domini individuati dall’Istat per il calcolo del benessere equo e sostenibile (Domini BES), e infine con riferimento agli ESG, criteri sempre più utilizzati dal mondo finanziario per valutare la qualità delle aziende dal punto di vista ambientale, sociale e gestionale.
L’algoritmo produce alla fine un numero, lo SROI (Social Return on Investment). Moltiplicato per il valore degli investimenti compiuti, lo SROI restituisce il valore economico dell’impatto sociale ottenuto con i progetti realizzati. Nel caso di Open Italy, lo SROI si attesta per il 2022 a un punteggio di 3,18.
Una nuova piattaforma di investment partnership
Altra novità del Programma 2023 è Open Advisory, la società che ha il compito di agevolare l’incontro tra investitori e start-up per accelerare la realizzazione dei servizi richiesti dal mercato del venture capital.
“È una società partecipata da ELIS – ha spiegato il Presidente di Open Advisory Virginia Filippi – che nasce con l’idea di favorire, in modalità di piattaforma, l’interlocuzione tra tutti i soggetti coinvolti nei progetti di innovazione. Vogliamo accelerare e favorire i processi di investimento, perché nel momento in cui le start-up e le PMI innovative trovano clienti, modelli di business e risorse, allora possono davvero crescere e generare occupazione”.
Open Advisory completa così, con servizi di supporto nella raccolta di capitale, l’offerta di formazione e tutoraggio tecnologico e commerciale finora garantito da Open Italy a start-up e aziende. Entro il primo semestre 2023 la società renderà operativo il primo veicolo d’investimento destinato a privati, che avrà come obiettivo l’investimento in massimo 15 start-up in due anni, provenienti prevalentemente ma non esclusivamente dall’ecosistema di Open Italy.
Nato nel 2017 per promuovere l’incontro tra grandi aziende e start-up su progetti di open innovation, al Programma Open Italy di ELIS Innovation Hub aderiscono oggi 480 start-up e 58 aziende. 28 i progetti d’innovazione realizzati solo nell’ultimo anno, soprattutto nei settori sostenibilità e decarbonizzazione, sicurezza informatica, smart city e miglioramento dei processi aziendali attraverso tecnologie digitali, in particolare intelligenza artificiale e Internet of things.